Yom Hakippurim e il paradosso del gatto di Schrödinger
Erwin Schrödinger, fisico austriaco e premio nobel per la fisica nel 1933, ideò uno degli esperimenti mentali fra i più bizzarri e famosi della fisica quantistica, quello del gatto chiuso in una scatola. L’obiettivo di questo esperimento era mostrare i limiti della meccanica quantistica, ma probabilmente ne rafforzò la validità. Proviamo a descrivere questo esperimento. Si supponga di avere un gatto e di rinchiuderlo in una scatola in cui ci sia un dispositivo, con cui il gatto non possa interagire, in grado di permettere o meno l’emissione di un gas velenoso. La probabilità per entrambi i casi è del 50%. In realtà l’esperimento descritto da Schrödinger è molto più complesso, ma poco importa ai fini del nostro scritto. Tornando al paradosso, secondo Schrödinger non è possibile sapere, prima di aprire la scatola, se il gas velenoso sia stato rilasciato o meno. Fintanto che la scatola rimane chiusa, il nostro gatto si trova in uno stato di indeterminazione, cioè in altre parole, è sia vivo che morto contemporaneamente o se vogliamo non è né vivo, né morto. Questa situazione si chiama in meccanica quantistica “sovrapposizione di stati” e per quanto possa sembrare a livello macroscopico assurda, in fisica subnucleare le cose vanno proprio così. Ma vediamo a quale paradosso ci porta. Solo aprendo la scatola osserveremo qual è lo stato del gatto; in altre parole il paradosso sta proprio nel fatto che la vita del gatto è nelle nostre mani, cioè dell’osservatore, quando deciderà di aprire la scatola, ma prima nessuno può dire niente. Nel senso comune non esiste la sovrapposizione degli stati, non esiste vivo e morto contemporaneamente, allora in che modo legare Yom Hakippurim al gatto di Schrödinger? La tradizione ebraica insegna che ogni Rosh Hashanah, Adonai pronuncia il giudizio per il prossimo anno di vita di ogni persona e dieci giorni dopo a Yom Hakippurim Egli suggella il giudizio. Ma ancora, Yom Hakippurim è un appuntamento ciclico di Adonai che ci ricorda il grande Giorno del Giudizio. Seguendo il paradosso di Schrödinger, potremmo essere indotti a credere che come prima dell’apertura della scatola non siamo in grado di scoprire se il gatto è vivo o morto, così prima del gran Giorno, l’uomo non sa il suo giudizio. Quindi l’uomo vive in uno stato di sovrapposizione di condizione spirituale, cioè è sia salvato, che non salvato. QUESTA NON È LA VERITÀ! Credo che ci troviamo di fronte ad un paradosso infinitamente più grande di quello di Schrödinger, anche perché è in gioco la vita dell’uomo! La Verità è che l’uomo ha la possibilità di sapere per quale strada si sta incamminando, prima del gran Giorno. Deuteronomio 30:19Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché possa vivere, tu e i tuoi discendenti, HaShem ha sempre posto l’uomo davanti ad una scelta, la vita e la morte, ma nella Sua meravigliosa bontà lo ha sempre invitato a camminare per la vita, affinché potesse vivere. Yeshua ha detto: Giovanni 11:25«Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà».
Per HaShem non esiste una sovrapposizione di stati, o sei vivo o sei morto, o sei salvato o non lo sei. Se la tua vita è in accordo con la Torah, e credi in Yeshua, la Torah vivente, allora stai camminando nella vita. Giovanni 3:36: «Chi crede nel Figlio ha vita eterna, ma chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimora su di lui». Ma torniamo alla scatola con il gatto e prendiamone spunto per costruire non un esperimento mentale, ma la realtà in cui vive l’uomo. La scatola è il mondo in cui vive l’uomo. A differenza del gatto, il quale non poteva interagire con alcun dispositivo, l’uomo invece può interagire con solo due “dispositivi”, il primo è il peccato che conduce alla morte e il secondo è la Torah che conduce alla vita. La vita del gatto di Schrödinger dipende da una fatalità probabilistica del 50%, o in altre parole dal caso.
L’uomo invece può scegliere se vivere o morire, non essendo legato a nessuna probabilità, ma a certezza: SE VIVI PER IL PECCATO MUORI E SE VIVI PER LA PAROLA DI D-O VIVI.