Giobbe 28:23 e la fine del principio di Heisenberg
Un altro fondamento della fisica quantistica è il principio di indeterminazione di Heisenberg. Nella sua formulazione più breve afferma che se si osserva una determinata particella, ne possiamo determinare la sua posizione o la sua quantità di moto (o se vogliamo velocità), ma non entrambe contemporaneamente. Se misuriamo la sua posizione, in quell’istante in cui effettuo la misura, la particella non è realmente in movimento, quindi non possiamo determinarne la velocità. Se misuriamo la sua velocità, essa non può essere ferma in nessuna posizione, quindi non possiamo determinare esattamente dove si trova. La relazione classica di tale principio è:
ΔxΔp≥h/(4π)
Tanto meglio si conosce, per esempio, la velocità, tanto peggio conoscerò la posizione della particella (e viceversa). Un esempio umoristico per spiegare tale principio è il seguente: un agente di polizia accosta una particella in movimento e chiede: “Ha idea di quanto stesse andando veloce?” La particella risponde: “No agente, ma so benissimo dove sono (al posto di blocco!).” In Giobbe 28 si parla della SAGGEZZA LIMITATA dell’uomo contrapposta alla ONNISCENZA di D-o. L’uomo non è in grado di conoscere tutto con certezza. Ma in Giobbe 28:23, abbiamo la fine del principio di Heisenberg, o meglio la sua inapplicabilità a D-o. Vediamo assieme il motivo. DIO solo ne conosce la via, Egli solo sa dove si trovi (Giobbe 28:23)A differenza dell’uomo, D-o conosce la via (quantità di moto) e la posizione della “particella”. Lo stesso Einstein non era d’accordo che questo principio fosse proprio della natura, infatti pronunciò le sue famose parole “D-o non gioca a dadi con l’universo”. Egli non accettava il fatto che D-o potesse essere in qualche modo limitato da Heisenberg e… aveva ragione!!! Infatti, D-o sa dove ti trovi e per quale via stai camminando!
prof. Gaetano Tesse